05/09/2022

Valcamonica, una valle “autografata” dalla storia

La Valcamonica è conosciuta per la sua storia, sinonimo di popolazioni di passaggio e di tradizioni innestate nel territorio. Con un totale di 43 comuni, tutti attraversati dal fiume Oglio, il paesaggio camuno si estende per 90 km comprendendo zone di montagna come il Passo del Tonale fino ad arrivare a Pisogne, paese del sebino.

Le località più note sono Ponte di Legno che nella stagione attira turisti per la presenza degli impianti di risalita e Darfo Boario Terme, conosciuto per la preziosa qualità delle acque termali.

Ma non solo, ciò che rende questa valle famosa in tutto il mondo sono tutte le incisioni rupestri realizzate in un arco di tempo di ottomila anni. In questo contesto, i graffiti divengono sintesi di cultura, arte e storia, tre principi distintivi che hanno permesso a queste fonti di essere dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Ecco svelato il motivo per cui la Valcamonica prende anche il nome di “Valle dei Segni”.

Questo è sicuramente uno dei tratti distintivi del territorio che ha visto il passaggio di migliaia e migliaia di popolazioni nomadi che hanno portato con sé il proprio bagaglio culturale, strettamente custodito e valorizzato tutt’oggi in ogni angolo della valle. 

Dalla storia fino ad arrivare alle proposte enogastronomiche, la zona camuna è tutta da scoprire!

Con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il territorio è nato nel 2004 il Consorzio Valcamonica IGT

L’associazione si è posta l’obiettivo la cura generale degli interessi relativi alle denominazioni di origine dei vini e, in pochi anni, si è assistito ad un effettivo recupero della viticoltura della zona grazie al sostegno della Comunità Montana di Vallecamonica, della Provincia di Brescia e attraverso il coordinamento del Centro Vitivinicolo Provinciale. 

L’estirpo dei vigneti è stato così arrestato e il risultato ha visto il recupero dei valori autentici del vino: originalità, biodiversità, tradizione, lavoro e territorio. Tipici della zona sono i seguenti vitigni Riesling, Müller-Thurgau, Marzemino e Merlot. Un bicchiere di vino non può essere sorseggiato se in compagnia della giusta pietanza che rappresenta la cultura del luogo in cui si è. La Valcamonica anche in questo ambito ha i suoi punti forti.

Impossibile non citare a questo proposito il cuz, una pietanza originaria del territorio di Corteno Golgi di cui si hanno notizie già dal ‘700. Il piatto è costituito da uno spezzatino di carne di pecora matura (attenzione, non di agnello) che viene cotto nel proprio grasso. 

Una ricetta molto antica preparata solitamente dai pastori dopo la transumanza. Con il tempo, la ricetta è divenuta la proposta culinaria per i giorni di festa. Altra caratteristica del piatto è sicuramente la versatilità: si poteva consumare subito, ancora caldo, oppure poteva essere riposto in olle di terracotta per un utilizzo nei mesi successivi. Inoltre, risultava ottimo come condimento della minestra, ma anche da mangiare freddo accompagnato con le patate o un’altra alternativa ancora era fritto in padella e poi accompagnato con la polenta. Un piatto dalle mille sfaccettature. 

Tipiche della Valcamonica sono anche alcune materie prime. Tra queste la farina di segale, un prodotto genuino e profondamente legato ai territori di montagna. Negli anni, la coltivazione di questo cereale antico era andata man mano a perdersi fino a quando pochi anni fa si è assistito a un revival che ha puntato tutto sulla riscoperta dei sapori centrata sulla filiera corta e di qualità. Crostini, grissini, pane e crostate, la farina di segale sta alla base di molteplici prodotti. 

La seconda materia prima coltivata da intere generazioni di famiglie contadine della Valcamonica è costituita dai “Copafam” (in italiano “che uccidono la fame”), ossia i fagioli. Presenti in numerose varietà e di diversi ecotipi, i legumi venivano consumati nei minestroni, in umido con polenta e pollo (quando c’era), lessati e conditi con olio e cipolla, per il purè o nel risotto. Anche in questo caso ci troviamo davanti un contorno che può accompagnare parecchi piatti, arricchendoli di sapore e di tradizione.

 Il loro essere famosi è certamente connesso anche alla possibilità di qualsiasi famiglia di averli per il basso costo. 

Alla valorizzazione delle proposte enogastronomiche della zona camuna contribuiscono le sagre che ogni anno vengono organizzate nei diversi periodi dell’anno e che mettono in luce la qualità dei prodotti del territorio. Uno strumento, questo, per proseguire nella trasmissione delle tradizioni agli abitanti autoctoni, ma, anche per estendere queste tracce concrete al resto delle persone.

Articolo a cura di:

Francesco Spacagna