04/29/2022

Loertis tradizione e umiltà

Chiamati anche asparagi selvatici appartengono alla famiglia del lupppolo. Nel bresciano è spesso utilizzato in risotti primaverili, oppure nella più classica frittata strettamente legata alle nostre tradizioni.

Ai margini dei fossi. Sembra l’inizio di una storia triste e invece vogliamo parlare di cibo, tradizione e umiltà, perchè per fortuna non sempre chi cresce ai margini non può essere protagonista.
Infatti è proprio lì che nascono i loertis, l’erba spontanea più amata dai bresciani, ingrediente di numerose ricette, ma anche di tante scampagnate, organizzate con l’intento di accaparrarsi ques’erba amara. Non appena le temperature si scaldano e i profumi primaverili cominciano a intensificarsi cominciano a comparire anche loro, quasi volessero decorare i margini dei campi e renderli più gradevoli alla vista.

Ma cosa sono i Loertis?

Chiamati anche asparagi selvatici appartengono alla famiglia del luppolo, infatti, come specifica Marco Hrobat di Bresciamercati, “Il luppolo (Humulus lupulus L.) vegeta allo stato selvatico in tutte le zone a clima temperato e si ritiene sia originario delle isole britanniche.

L’utilizzo delle infiorescenze per l’amaricazione della birra risale a tempi immemorabili. Infatti, già le popolazioni dei Goti sulle alture del Caucaso utilizzavano il luppolo per aromatizzare la loro birra che veniva chiamata Ludi.

Il loertis è una pianta perenne che ricorda vagamente l’asparago, rampicante, cespitosa e può raggiungere i sette metri di altezza; può svilupparsi fino ad una altitudine di 1200 metri slm a patto che non si trovi in zona troppo umida e ventosa. Germoglia in marzo-aprile e sono i germogli la parte utilizzata in cucina; in particolare si può apprezzare la parte alta detta “turione”, appunto teneri germogli ricchi di fibre, vitamina A e C, minerali, soprattutto potassio, e con pochissime calorie».


Ecco come riconoscerli

Visivamente non sono difficili da riconoscere, ma è sempre meglio affidarsi alle mani e agli occhi di un esperto, in quanto è sempre possibile imbattersi in erbe selvatiche simili ma dalle proprietà non del tutto benefiche.

Cominciamo col dire che si tratta di un rampicante, ha un fusto verdognolo e presenta sfumature tendenti al rosso. Al tatto è riconoscible una leggera peluria, utile alla pianta per arrampicarsi, le foglie sono ruvide, mentre le infiorescenze, la parte che più ci interessa, ha una consistenza carnosa.

I Loertis in cucina

Ma arriviamo al dunque e parliamo dell’utilizzo di questa prelibatezza in cucina. Conosciuti in altre zone d’Italia anche come bruscandoli, sono protagonisti di numerose ricette della tradizione, tanto da guadagnarsi anche l’attenzione del poeta Ugo Foscolo, che ne Le ultime lettere di Jacopo Ortis cita una deliziosa minestra con questa deliziosa erba selvatica.

Nel bresciano è , la ricetta che personalmente prediligiamo, perché più strettamente legata alle nostre tradizioni. Ci piace immaginare che nella maggior parte delle cascine della nostra pianura non mancassero mai le uova, alimento fondamentale per il sostentamento di chi lavorava nei campi, e che i loertis fossero un dono spontaneo della terra per rendere la frittata più ricca e più saporita.


Nonostante non sia una ricetta complessa proviamo a raccontarla, sperando che ci faccia venire alla meNonostante non sia una ricetta complessa proviamo a raccontarla, sperando che ci faccia venire alla memoria le passeggiate primaverili o le fugaci pause in auto lungo la strada di rientro verso casa.

Per una frittata per 4 persone:

  • 1 mazzo di loertis
  • 4 uova
  • Grana padano grattugiato
  • Olio, burro qb
  • 1 spicchio d’aglio

Laviamo un mazzo di loertis e lasciamoli per qualche minuto in ammollo. Successivamente tagliamoli grossolanamente con un coltello da cucina e mettiamoli a rosolare insieme a uno spicchio d’aglio. Lasciamo a ognuno di noi la decisione su quale grasso di cottura utilizzare. Ma se abbiamo in casa un ottimo burro di malga e anche dell’olio dei nostri laghi, usiamoli entrambi, non sia mai che qualcuno ne esca scontento.

Nel frattempo sbattiamo le uova, rompendole ma non inglobando troppa aria, con una macinata di pepe, una spolverata di sale e una pioggia di grana. Aggiungiamo il composto ai loertis ben rosolati e prepariamo una normale frittata, avendo l’accortezza di girarla una sola volta e lasciandola piuttosto morbida all’interno. Da servire calda, ma non troppo. Se per qualche sciagurato motivo dovesse avanzare, il consiglio e mangiarla fredda, all’interno di un panino ben fatto, con qualche pezzettino di robiola nostrana.

Dove mangiare i piatti a base di Loertis

Per chi non li potesse cucinare e fosse interessato ad assaggiarli, si svolge ormai da anni la sagra del Loertis a Castel Mella, e quest’anno, dopo due anni di pausa dovuta alla pandemia, si terrà nel week end del 22-24 Aprile.

Questo attesissimo evento, presente sul territorio dal 2005, è un’iniziativa che ha sempre coinvolto centinaia di persone, riempiendo di bancarelle e profumi il centro del paese.
Siamo sicuri che quest’anno sarà ancora più bello ritrovarsi, con la serenità tornata a campeggiare sui volti delle persone, e la voglia di incontrarsi in momenti spensierati, omaggiando questo dono delle nostre terre, che con umiltà ogni anno ci indica la strada verso la primavera.

Articolo a cura di:

Francesco Spacagna